Rio +20: L’ora della bicicletta (texto em Italiano, Inglês e espanhol)

Sara Cattani

Dopo una pedalata di buon mattino per le strade, il traffico e le bancarelle del mercato domenicale di Rio de Janeiro, dopo aver perso un treno per aver inavvertitamente voluto fare una foto di gruppo sulla banchina della stazione e dopo aver viaggiato per due ore tra i campi verdi che si allontanano dalla città e dal mare, siamo finalmente arrivati a Paracambi, una piccola città annidata tra le bellissime colline a nord-ovest di Rio. Sei volontari dell’Agenzia Giovanile di Stampa, provenienti da Argentina, Paraguay, Italia e Stati Uniti, si sono imbarcati per una versione brasiliana del Tour de France.

Il percorso con le biciclette si estendeva per 24 km, attraverso le piantagioni di banane nel mezzo della campagna brasiliana ed era affollato di locali curiosi, volontari sulle motociclette che aiutavano i ciclisti affaticati, militari e poliziotti che assicuravano la sicurezza della strada. Appena scesi dal treno con le nostre nuove biciclette, fornite dal Segretariato dei Trasporti dello Stato di Rio de Janeiro, siamo stati accolti da molti volontari che indossavano proprio come noi le magliette della biciclettata e che ci hanno indicato la direzione per raggiungere la partenza dell’improvvisata pista ciclabile. Molte persone si affacciavano dalle loro finestre e ci salutavano, incoraggiandoci a proseguire verso la meta.

Mentre all’inizio del percorso la strada era asfaltata e piuttosto omogenea, dopo qualche kilometro le ruote correvano solo su pietre, sassi, buche, fango e crepe. Il meraviglioso paesaggio e la colorata natura che ci circondava attirava la nostra attenzione, rischiavano a volte di non farci notare una buca o una pozza d’acqua. Canne da zucchero, banani, alberi di mango, cavalli, mucche e galline hanno pervaso e riempito la nostra visione, sovrastati dal cielo blu oceano.

Eravamo molto lontani dalla città di Rio e insieme a 500 compagni di avventura abbiamo passato tutta la mattinata pedalando in mezzo alla natura. L’organizzazione e la disponibilità dei volontari era precisa e ci ha lasciato positivamente colpiti. Per i ciclisti disidratati sotto il sole cocente nella campagna brasiliana era pronto un bicchiere di acqua fresca nei punti di ristoro dislocati lungo la strada. Per i ciclisti che al 17° km erano senza energia o erano rimasti senza mezzo di trasporto (lungo il cammino era molto facile bucare una ruota), un furgone del governo era a disposizione per riportarli all’arrivo.

Con i muscoli dolenti, la pelle abbronzata e una profonda sensazione di serenità ed armonia con l’ambiente, siamo giunti alla linea dell’ARRIVO! Accolti ancora da numerosi volontari abbiamo recuperato un po’ di fiato bevendo del Guaranà e dell’acqua fresca e mangiano banane, mele e arance. Nel sottofondo potevamo ascoltare musica brasileira e gustare lo spettacolo di alcuni acrobati che con le loro bicilette danzavano nell’aria. Kate e Mario, due dei nostri compagni dell’Agência Jovem, sono stati intervistati da una televisione locale chiedendo perché anche noi stranieri(“gringos”) abbiamo preso parte a questo evento. Hanno raccontato che stiamo partecipando a Rio+20 con altri giovani ragazzi giunti nella città carioca da tutto il mondo e che secondo noi la biciclettata poteva essere un ottimo modo per trasmettere l’importanza dello sviluppo e della crescita sostenibile.

Sul treno, durante il viaggio di ritorno, eravamo molto stanchi ma anche molto soddisfatti della giornata. Questa pedalata in bicicletta è stata un filo importante della nostra esperienza-gomitolo a Rio+20. Dopo aver partecipato a molti eventi, conferenze e tavole rotonde, aver discusso i modi per diminure la povertà, praticare uno sviluppo sostenibile e attuare un’economia verde e dopo aver attivamente preso parte ai movimenti di protesta che hanno caratterizzato il territorio del Summit dei Popoli, abbiamo avuto un prezioso momento per riflettere in mezzo alla natura sull’importanza dell’ambiente che, con molta passione, stiamo cercando di proteggere.

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Texto em inglês

Tour do Brasil: Primeiro Passeio Ciclistico SuperVia em Paracambi
Sara Cattani
After an early morning bike ride through Rio de Janeiro traffic and a two hour train, we arrived at Paracambi—a small city nestled in the beautiful green mountains northwest of Rio. Six volunteers from the Agência Jovem de Noticias, hailing from Argentina, Italy, Paraguay, and the United States, embarked upon a Brazilian version of Tour de France.
Unbeknownst to us at the event registration last week, our 24 kilometer bike ride through banana plantations in the Brazilian countryside was full of local supporters, volunteers on motorbikes to help stranded cyclists, army and police officers controlling traffic, and hundreds of other volunteers ensuring the event’s success. As soon as we stepped off the train with the donated bikes from the Brazilian government we were greeted by volunteers wearing our uniform t-shirts who guided us to the start of the course. With townspeople waving and greeting us as we rode by, we felt welcomed and encouraged to begin our mountain bike trek.
The start of the course began with paved roads but by the end we dodged holes, flew over bumps, and trudged through red mud. Our mind and body engaged in a constant conflict with paying close attention to the road so we wouldn’t fall or pop a tire and gazing at the immense beauty encapsulating our journey. Sugar cane, banana plants, mango trees, horses, cattle, and greenery filled our vision from left to right with a bright blue sky above.
Even though we were far from the city and spent more time with nature than with people, the organization of the event and the work of the hundreds of volunteers were impressive. For the stranded cyclists on the side of the dirt road, help arrived quickly. For the dehydrated cyclists baking in the Brazilian sun, water stations were well-stocked and volunteers were eager to help hydrate. For the cyclists whose bike broke on kilometer 17, government trucks were
ready to pick them up to carry them to the finish line. Throughout the journey we received the gift of solidarity with nature while encouraging our fellow cyclists to just keep riding…only 9 kilometers left.
With sore legs, slightly burned skin, and a more profound connection with our environment, we arrived to the finish line and were welcomed by volunteers passing out oranges, apples, bananas, and water. A DJ was playing music, bike acrobats were performing tricks in the streets, and news agencies were interviewing participants. Two volunteers from the Agência Jovem de Noticias, Kate and Mario, were interviewed by a local news agency who wished to
hear the foreign perspective of the event. We told the news agency that we were participating in Rio+20 events with other youth from around the world and we thought the bike ride symbolized the message we wanted to promote about sustainable development and growth.
On the train ride back to Rio, we felt both refreshed and exhausted. This bike course was the perfect thread for our Rio+20 experiences. After sitting in meetings discussing how we can eradicate poverty with sustainable development and the promotion of a green economy,
and after engaging with people and protestors who demanded more action from their governments to care for the environment, we spent some quality alone time with the very environment we are trying to protect.
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Texto em Espanhol

Sara Cattani

Después de un viaje de tres de dos horas, llegamos a Paracambi-una pequeña ciudad enclavada en el hermoso noroeste de verdes montañas de Río de Janeiro- para realizar un paseo en bicicleta. Seis voluntarios de la Agencia Joven de Noticias, procedentes de Argentina, Italia, Paraguay y los Estados Unidos, se embarcaron en una “versión brasileña” del Tour de Francia.

Nuestro viaje de 24 kilómetros de bicicleta a través de plantaciones de banano en el campo brasileño estaba lleno de seguidores locales, voluntarios en moto para ayudar a los ciclistas varados, militares y policías controlando el tráfico, y cientos de participantes. Tan pronto como se detuvo el tren, con las bicicletas donadas por el gobierno de Brasil descendieron para comenzar el recorrido. Con gente del pueblo saludándonos a medida que cabalgaban a nuestro lado, nos sentimos bienvenidos y alentados a iniciar nuestro viaje en bicicleta de montaña.

El inicio del recorrido se caracterizó por carreteras pavimentadas, seguidas por un camino de barro rojo. Nuestra mente y el cuerpo participan en un conflicto constante con la necesidad de prestar atención a la carretera para no accidentarnos o se reviente un neumático y contemplar la inmensa belleza que encapsula el viaje. La caña de azúcar, bananos, árboles de mango, caballos, ganado, zonas verdes y un brillante cielo azul arriba.
A pesar de que estábamos muy lejos de la ciudad y pasamos más tiempo con la naturaleza que con la gente, la organización del evento y el trabajo de los cientos de voluntarios fue impresionante. Para los ciclistas varados al lado de la carretera de tierra, la ayuda llego rápidamente. Para los ciclistas deshidratados, las estaciones de agua fueron bien surtidas y los voluntarios estaban dispuestos a ayudar a hidratar. Para los ciclistas, cuyos vehículos sufrieron accidentes, camiones del gobierno estaban dispuestos a recogerlos para llevarlos a la línea de meta. Durante todo el viaje que hemos recibido el don de la solidaridad con la naturaleza, mientras que animamos a nuestros compañeros ciclistas para mantener el entusiasmo.

Con las piernas adoloridas, la piel ligeramente quemada por el sol y una conexión más profunda con nuestro entorno, llegamos a la meta y fuimos recibidos por voluntarios repartiendo naranjas, manzanas, plátanos y agua. Un DJ tocaba música, acróbatas bicicletas estaban realizando trucos en las calles, y las agencias de noticias estaban entrevistando a los participantes. Dos voluntarios de la Agencia Joven de Noticias, Kate y Mario, fueron entrevistados por un noticiero local que deseaba escuchar el punto de vista exterior del evento. Nuestro mensaje fue que el paseo en bicicleta simboliza el mensaje que queremos promover sobre el desarrollo sostenible.

En el viaje en tren de regreso a Río, nos sentimos tanto frescos y agotados. Este recorrido de la bicicleta fue el camino perfecto para unir nuestras experiencias de Río +20. Desde las reuniones para discutir cómo podemos erradicar la pobreza con el desarrollo sostenible y la promoción de una economía verde, nuestro compromiso con la gente y los manifestantes que reclamaban más acción de sus gobiernos para cuidar el medio ambiente, hasta pasar algún tiempo a solas con la calidad de la misma de ambiente que estamos tratando de proteger.

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